Il regista Alexandre Aja rimette in acqua i pescetti più feroci e aguzzamene dentati che il cinema abbia mai concepito. Senza far mancare splatter, gore, voyeurismo e risate, il risultato è un B movie d’alta scuola, con omaggi ai maestri Joe Dante e Steven Spielberg e cameo per cinefili incalliti.
Finalmente anche quest’anno è scoccata l’ora preferita dagli studenti americani. Lake Victoria e dintorni stanno per esseri invasi da migliaia di universitari vogliosi di festeggiare la Spring break (pausa di primavera), una settimana sabbatica lontana da libri ed esami, e dedita a sole, bagni, follie, sesso e alcol. Insomma, un delirio, che gli abitanti del posto, in realtà ameno e serafico per tutto il resto dell’anno, si apprestano a subire con animo rassegnato. Stavolta, però, i chiassosi baccanali accademici sono destinati a passare in secondo piano. Un forte terremoto apre un canyon profondo una sessantina di metri nelle oscure profondità del lago, risvegliando da un lungo letargo una specie di ferocissimi piranha estintasi due milioni di anni prima. Ci vuole un po’ di tempo e qualche vittima prima che lo sceriffo si convinca a dichiarare lo stato di emergenza. Il suo vice annuncia, con tanto di megafono, che bisogna tenersi lontani dalle acque lacustri. “Il piranha caccia in branco. Il primo morso provoca il sangue. Il sangue richiama il branco”. La spiegazione di mister Goodman non lascia dubbi. Nel frattempo, mentre pattuglia il lago, lo sceriffo Julie Forester riceve la telefonata del figlio maggiore che, invece di badare a fratello e sorella, in casa, si trova su una barca che sta colando a picco, proprio nel cuore di Lake Victoria…
Vacanzieri sotto attacco
Il fascino orrorifico con spruzzatine (perdonateci il verbo, ma è così adatto!) di splatter e gore dei piranha ha radici lontane. Anno domini 1978, partendo dallo Squalo spielberghiano, con tutta la dichiarata intenzione di farne una parodia, il maestro Joe Dante dà alla luce Piranha. Tre anni più tardi, anche James Cameron si cimenta con i dentati pesciolini, partorendo un semisequel (Piranha paura). Poi più nulla di rilevante, fino ad Alexandre Aja e alla caldera di un vulcano preistorico e dei suoi scossoni tellurici. La palingenesi del pescetto infernale trova anche un sontuoso banchetto che sembra messo lì a celebrare la grande rentrée: un esercito di giovani virgulti e leggiadre pulzelle da spolpacchiare ben bene. “Era esattamente quello che avevo in mente – commenta sadico Aja. Mi piaceva l’idea di riprendere il tema dei vacanzieri sotto attacco. Volevo aumentare la quantità di paura, sangue e azione, sviluppare i personaggi, amplificare gli effetti del film. Fare le cose in grande. Quando arrivano i piranha e cominciano ad attaccare i bagnanti, la follia vacanziera si trasforma in un colossale incubo da disaster movie. In quel momento, sai che avrai una gran paura e ti divertirai un sacco”.
Cruento, spietato e irriducibilmente celebrativo
La si pensi come si vuole, per carità, ma Alexandre Aja di meriti ne ha un bel po’. Siamo davanti a un classico B movie, di quelli che non se ne vedevano dagli anni Ottanta.
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