Wei Yangshang, giovane ed inquieto studioso ai tempi della dinastia Ming, conosce e s’innamora dell’avvenente Tie Yuxiang, figlia di un monaco taoista. Fra i due scoppia la scintilla e si sposano, ma qualcosa, nel menage familiare, non funziona. Soprattutto sotto le lenzuola. Si allontana allora da casa in cerca del piacere assoluto. Tramite un amico giunge alla Torre della Rarità, dove il principe Ning lo prende a benvolere. E gli apre le porte di un padiglione particolare, quello che ospita l’estasi dei sensi, chiamato “dell’ultima beatitudine”.
Una volta, questi film, si diceva venissero visti dal buco della serratura. Ora invece, ha spifferato bellamente ai quattro venti il produttore e sceneggiatore Stephen Shiu: “per gli spettatori sarà come stare ai bordi del letto”. Grazie alla tecnologia e al 3D s’intende. D’altronde, prima o poi doveva succedere, più prima che poi a questo punto, ossia che il cinema erotico sbarcasse nell’era tridimensionale. Vuoi per rilanciare il genere (soprattutto ad Hong Kong, ma non solo per questo genere, quanto in generale per il cinema locale…), vuoi per la concorrenza (sleale?) della rete, vuoi perché gli steccati esistono per essere scavalcati.
Forse, il regista esordiente – proviene dal mondo della pubblicità - di Sex and Zen: Extreme Ecstasy, Cristopher Sun Lap Key, non avrà pensato tutte queste cose insieme nel girare la pellicola, però di certo si è spremuto le meningi per somministrare la giusta dose di sesso e ascesi erotica dal sapore orientale. Non fosse altro che per rendere onore al titolo ed al film cui la sua opera vorrebbe richiamarsi, quel “Sex and Zen” del 1991 (seguito da altri due capitoli) che tanto fece scalpore non soltanto dalle parti dell’Impero Celeste, e che a sua volta si ispirava al capolavoro letterario cinese del diciassettesimo secolo “La carne come tappeto di preghiera”. Risultato? Molto “hot” innumerevoli scene, molto meno spirituali quelle rimanenti, tra clip “vedo non vedo e stravedo”, fotogrammi orgiastici e una certa predilezione per il mondo transgender. Oltre a una bella spolverata di violenza. Tanta violenza, in effetti.
Però, attenzione, non bisogna scivolare nell’arroganza della superficialità. Poiché un tema, sottotraccia, e mica tanto, c’è e si sente. Una vena esistenzialista che è profondamente radicata nella cultura orientale. Quello che da noi, più volgarmente –nel senso di popolare - è conosciuto come il “cogli l’attimo”. In fondo, il protagonista è alla ricerca della perfezione assoluta, quella dei sensi, e nel suo vagare è pronto a sacrificare i rapporti familistici e perfino se stesso. Tuttavia, rappresenta allo stesso tempo un monito. La caduta dell’io nell’abisso delle proprie ossessioni. Doveva uscire nelle sale molto tempo prima Sex and Zen: Extreme Ecstasy, ma si sa, nella settima arte gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo.
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