Tony e Filo sono fratelli: uno ama i film di malavita e l’altro è semiautistico. In famiglia, la situazione economica è difficile. Per far soldi e curare la sorellina Maria, c’è una sola soluzione: il poker texano. Ma la strada dalla Sicilia ai “piccioli” è lunga.
Il primo, primissimo pensiero, è che sia un Rain Man - L'uomo della pioggia 'de noartri'. Ma, come spesso accade, la risposta più frettolosa non è quella giusta. Perché si, la trama strappalacrime ricorda vagamente il capolavoro di Barry Levinson, però Poker Generation è un progetto più complesso e, per certi versi, più ambizioso.
Tratto da una storia vera (e di vero ci sono pure diverse star del circuito “pro”), racconta innanzitutto un fenomeno di massa. E dunque apre uno spaccato di costume e società, con le critiche che ne conseguono verso un gioco in cui il rischio e l’azzardo sono endemici. Soprattutto oggi che online si può giocare “h24” sui siti specializzati. Di contro, è un grosso spot: e una pellicola firmata da un regista all’esordio, Gianluca Mingotto, che con gli spot si è fatto le ossa, la dice lunga. Tutto ritmo e suggestioni. Tuttavia, un che di poetico c’è. Forse la metafora delle carte come percorso di vita, le spiagge di Scicli. Oppure, semplicemente, il piacere di veder recitare gente come Francesco Pannofino e Lina Sastri.
Non ci sono commenti.
Aggiungi un commento