Berlino 2011: Spacey e Moore ai margini

Il cast del film è senz’altro il più fighetto dell’edizione 2011 del festival. Kevin Spacey, Jeremy Irons, Paul Bettany, Demi Moore tutti presenti a Berlino, tranne purtroppo l’ultima, sparano alto durante la conferenza stampa dopo la proiezione. Dice J.C. Chandor, regista esordiente di Margin Call: “Quando l’intera cultura di un Paese come l’America inizia a radicarsi sui valori della cupidigia, dell’avere a tutti i costi, allora non c’è più spazio per comportarsi diversamente e la catastrofe diventa inevitabile”. Boom! E anche Jeremy Irons non si risparmia: “Il lavoro delle banche è profondamente immorale, io penso invece che certi limiti etici non possano essere varcati, che non dobbiamo rassegnarci a vivere in una società dove contano solo il successo e il denaro, che bisogna pensare alle necessità di ognuno, soprattutto di quelli che hanno di meno. Negli ultimi vent’anni ci si è completamente dimenticati di tutto questo e adesso ci ritroviamo così”.

Il film che uscirà negli Stati Uniti ad Aprile, in effetti, inizia con una sequenza tiratissima. Eric Dale (Stanley Tucci) viene licenziato. In cinque minuti. Una consulente del lavoro, una versione del Ryan-Clooney di Up in the air con coda di cavallo, le dice educatamente di allontanarsi dall’edificio. Poi, prima di affibiarlo a un buttafuori, gli fa vedere un terribile cartello motivazionale: una barca con una scritta guarda avanti. Terribile. Eric, come vuole lo stereotipo, chiude i propri oggetti in uno scatolone e se ne va. Prima che dietro di lui si chiudano per l’ultima volta le porte dell’ascensore della scoietà di Manhattan in cui non lavorerà mai più, consegna una chiavetta usb a un giovane collaboratore Peter Sullivan interpretato da Zachary “Sylar” Quinto.